Tubo Ponte Garigliano ancora inutilizzabile dopo tre anni, i sindaci scrivono a Zingaretti

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MINTURNO – Il tubo-ponte Garigliano è ancora oggi inutilizzabile, a distanza di tre anni dal crollo. Un’infrastruttura che serve per l’irrigazione dei campi dei Comuni a ridosso del fiume, ovvero Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano. La Regione Lazio deve ancora versare le somme spettanti al Consorzio Aurunco di Bonifica per i lavori di somma urgenza al fine di consentire gli interventi necessari alla messa in funzione degli impianti. I sindaci di Minturno e Castelforte, Gerardo Stefanelli e Giancarlo Cardillo, e il commissario prefettizio di Santi Cosma e Damiano, Domenico Talani, hanno scritto una lettera al Presidente Nicola Zingaretti affinché venga erogato il finanziamento senza il quale si attende un’estate senza acqua e di conseguenza il tracollo dell’economia agricola della zona.

«Gli impianti idrovori di sollevamento meccanico – scrivono i tre Comuni – necessitano di importanti interventi manutentivi e loro ridotta funzionalità, nel caso di piogge straordinarie, concretizzerà il grave rischio di dissesto idrogeologico per i territorio da noi amministrati: in particolare le zone di ‘Pantano’ del Comune di minturno a forte sviluppo turistico ricettivo, il ‘Pantaniello’ di Santi Cosma e Dmaiano e il ‘Pantano’ di Suio di Castelforte in cui sono presenti importanti insediamenti agricolo-produttivi».

Attulamente, il Consorzio Aurunco di Bonifica versa in condizioni di totale paralisi finanziaria – sono oltre due anni che gli operai non percepiscono lo stipendio – che ha provocato il blocco degli impianti, determinando un grave rischio per il comparto agricolo a causa della mancanza dell’erogazione del servizio di irrigazione. Il tubo-ponte che attraversa il fiume Garigliano è crollato nel luglio 2014 per cause accidentali. Tramite la diramazione del canale di irrigazione “Aurunco” alimentava la vasca di accumulo dell’impianto di Porto D’Arzino a Santi Cosma e Damiano, il quale forniva acqua ad uso irriguo alle imprese agricole dei comuni del sud pontino.

Il Consorzio Aurunco di Bonifica, gestore del servizio irriguo, si è subito adoperato con soluzioni provvisorie per assicurare il servizio alle imprese del territorio e scongiurare il tracollo finanziario dell’intero comparto produttivo agricolo. Ma ora la situazione è al collasso. Di qui la richiesta alla Pisana.