Regione Lazio / Liste di attesa, per Simeone una battaglia già persa

Regione Lazio Sanità

REGIONE LAZIO – Il consigliere Regionale Giuseppe Simeone interviene nuovamente sulla disastrosa situazione delle liste di attesa negli ospedali. “Apprezziamo lo sforzo – scrive in una nota – sostenuto da una forte motivazione a carattere elettorale, da parte del presidente Zingaretti che annuncia il nuovo, rivoluzionario piano regionale per l’abbattimento delle liste di attesa. Un piano che sarà presentato, immaginiamo, a suon di squilli di tromba la prossima settimana e che è stato in grandi linee anticipato dalla grancassa comunicativa a cui Zingaretti ci ha abituati in questi quattro anni di amministrazione. Un piano che, stando sempre a quanto riportato in prima battuta dalle agenzie, non ci sembra nulla di straordinario rispetto a quanto già conosciuto e constatato essere inefficace nei piani che lo hanno preceduto rispettivamente nel 2013, nel 2014 e nel 2016. Intanto le classi di priorità dovevano, già dal 2013, essere inserite sulle prescrizioni effettuate dai medici con tempistiche identiche a quelle proposte oggi. Allo stesso modo, crediamo che non sia sufficiente vietare la chiusura delle agende del Recup se una visita viene presa a un anno di distanza. Era il 18 settembre 2013 quando Zingaretti aveva annunciato testualmente “Abbiamo dichiarato guerra alle liste di attesa negli ospedali. Le visite più urgenti dovranno essere fatte entro 72 ore, non di più”. Sono trascorsi quattro anni e quella guerra, battaglia dopo battaglia, risulta sinora essere stata persa. E oggi parlare ancora di sperimentazione, quando anche il ministro della sanità Lorenzin ha dato il modello da mettere in pratica individuabile nel progetto attuato dalla Regione Emilia Romagna, sembra essere solo l’ennesimo sforzo teso al nulla. La soluzione esiste, è stata sperimentata, se ne conoscono i risultati eccellenti e sta, come abbiamo anche tentato di suggerire come Forza Italia con un apposito ordine del giorno e ovviamente senza ottenere ascolto, nel consentire alle Asl del Lazio la possibilità di acquistare dal privato accreditato prestazioni a tariffa calmierata consentendo agli utenti di accedere alle prestazioni specialistiche, e di alta diagnostica, pagando una tariffa pari a quella del ticket della prestazione stessa. Ma il presidente Zingaretti evidentemente ama le sperimentazioni, ama tirare dritto senza dare ascolto a nessuno. Ora ci diranno che siamo i soliti gufi. Ce lo hanno detto per quattro anni ma i dati, quelli reali, fatti di liste di attesa sempre più lunghe e di miracoli mancati, ad oggi ci hanno purtroppo dato sempre ragione. Anche questa volta, in attesa di conoscere in modo dettagliato il nuovo miracolo per la sanità del Lazio a firma Zingaretti, speriamo di sbagliarci. Il diritto alla cura dei cittadini va garantito non sperimentato.