Monte San Biagio / Induzione e sfruttamento della prostituzione, 5 misure cautelari

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MONTE SAN BIAGIO – A dare l’allarme erano  stati i numerosi cittadini residenti nella zona de “La sughereta” di Monte San Biagio, stanchi del continuo  andirivieni, soprattutto nelle ore serali e notturne, di clienti provenienti dall’intero Basso Lazio.  A fare il resto ci hanno pensato le confessioni delle donne, delle più  disperare nazionalità, reclutate in diverse città italiane per lavorare come ballerine ma poi costrette a prostituirsi. Al termine di mesi di indagini il commissariato di polizia ha posto fine  all’illegale attività di un ex circolo ricreativo, poi trasformato nel club privé “Il sentiero” .Gli agenti del vice-questore Massimo Mazio la scorsa notte hanno notificato due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari che, emesse dal Gip del tribunale di Latina Pierpaolo Bortone si richiesta del sostituto procuratore Gregorio Capasso con le accuse di induzione e sfruttamento della prostituzione, hanno riguardato il titolare della struttura, Michele Antonelli, 69 anni ed muratore di Monte San Biagio, ed un suo collaboratore, Daniele Pannone, di 41 anni di fondi. Denunciate a piede a libero per favoreggiamento con l’obbligo di firma tre persone, due donne rumene di 27 anni ed un uomo di Roma di 44 anni.
Saverio Forte

Nella decorsa notte, personale della Polizia di Stato, ha dato esecuzione a nr. 5 misure cautelari disposte dal Tribunale di Latina nei confronti di altrettante persone che dovranno rispondere a vario titolo, dei reati di induzione e sfruttamento alla prostituzione all’interno del locale pubblico denominato “ IL SENTIERO” di Monte San Biagio, nonché di favoreggiamento personale .

L’ordinanza dispositiva di misura coercitiva è disposta nei confronti di :

  • ANTONELLI Michele n. M.S. Biagio del 1947, pregiudicato, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari;

  • PANNONE Daniele , n. Fondi del 1976, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari;

  • sottoposizione dell’obbligo di presentazione alla P.G. a carico di B.P. N. n. (Romania) del 1990 residente a Pomezia RM;

  • sottoposizione dell’obbligo di presentazione alla PG a carico di T. U. n. Roma del 1973;

  • sottoposizione dell’obbligo di presentazione alla PG a carico di D. M. F. (Romania) del 1977 residente ad Aprilia (LT).

L’Antonelli in qualità di gestore del “club privé Il Sentiero” di Monte San Biagio ed il Pannone quale suo collaboratore, reclutavano, successivamente favorendone e sfruttandone la prostituzione all’interno del locale pubblico, numerose donne di varia nazionalità (romene, russe, cubane).

Le altre tre persone, sono responsabili del reato di favoreggiamento personale per aver aiutato Antonelli Michele ad eludere le investigazioni nei suoi confronti.

I fatti:

Il procedimento, trae origine dalle sommarie informazioni rese ai Carabinieri di Monte San Biagio in data 9.7.2016 da una donna nell’ambito di altro procedimento

penale con le quali quest’ultima affermava che Antonelli Michele, titolare del club privé “Il Sentiero”, esercitava in quel locale attività di meretricio.

Già da tempo la Polizia Giudiziaria di Fondi aveva posto sotto attenzione e stava monitorando il Club in argomento a seguito delle numerose segnalazioni pervenute.

Nel corso dell’attività di indagine, personale di Polizia del Commissariato di FONDI, raccoglieva dettagliata denuncia da parte di tre donne di nazionalità romena le quali riferivano di essere state sfruttate dall’Antonelli Michele che le faceva prostituire all’interno del locale suindicato.

Le medesime denuncianti infatti, avendo necessità di denaro, venivano dapprima reclutate per lavorare come spogliarelliste e/o ballerine e poi precisavano di essere state costrette, senza mezzi termini, ad assecondare le richieste dei clienti.

Non solo, in alcune occasioni l’Antonelli senza scrupoli, pur di far rispettare le regole da lui imposte all’interno del locale, giungeva ad usare violenza fisica, mediante i suoi collaboratori e collaboratrici, nei confronti delle stesse ragazze.

Pertanto, sulla base delle diverse denunce raccolte dalle persone offese, agli esiti dell’attività tecniche intercettive che consentivano di riscontrare quanto riferito dalle donne, dalle sommarie informazioni rese da persone informate sui fatti (clienti occasionali) e dalle attività investigative svolte, è stata avanzata specifica richiesta di misure cautelari al Pubblico Ministero procedente – Procura della Repubblica di Latina , che concordando con gli investigatori, formulava analoga richiesta al G.I.P. del Tribunale di Latina per ottenere le misure cautelari che venivano eseguite in data odierna.

I primi tre indagati venivano trovati all’interno del locale e condotti in Ufficio per le formalità di rito, mentre gli altri due sottoposti all’obbligo quotidiano di presentazione alla Polizia Giudiziaria, venivano rintracciati presso i rispettivi domicili di Roma ed Aprilia con la collaborazione degli uffici di P.S. territorialmente competenti.