Minturno / Riesumata la salma di Don Raffaele Bergantino per il test di paternità

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MINTURNO – Nei prossimi 60 giorni si saprà con certezza scientifica se l’ex parroco della chiesa di San Nicandro a Tremensuoli, Monsignor Raffaele Bregantino, sia stato padre di Fulvio Possenti, un 63enne ex funzionario di banca di Minturno e, di conseguenza, se quest’ultimo potrà rivendicare o meno la disponibilità di un milionario lascito ereditario caratterizzato da conti correnti e, soprattutto, da appartamenti e negozi affittati un po’ ovunque, Minturno, Cassino, Castelnuovo Parano, Formia e Roma. E’ durata poco meno di due ore la riesumazione del cadavere dello storico sacerdote nel cimitero di Minturno dove riposa dal 2006 quando morì all’età di 89 anni.

Don Raffaele Bergantino
Don Raffaele Bergantino

Il delicato esame l’ha effettuato il medico legale Lucia Broccoli che, incaricato dal giudice civile del Tribunale di Cassino Gabriele Sordi, ha prelevato il midollo osseo del femore destro e le unghie, intatte, delle mani del sacerdote, reperti che, per comparare il Dna con quello del presunto figlio, saranno esaminati ora da un accademico illustre del settore, Giovanni Neri, direttore dell’Istituto di Genetica medica del Policliniuco Gemelli di Roma. Del promotore di questa iniziativa legale nessuna traccia presso il cimitero di Minturno.

I suoi legali, gli avvocati Alfredo D’Onofrio e Gianfranco Testa, c’erano invece e hanno promesso bagarre per conoscere la verità e, naturalmente, per rivendicare la paternità di quanto lasciato da don Raffaele in punto di morte. Hanno anticipato che Possenti mercoledì lascerà presso il Policlinico Gemelli un campione della sua saliva per permettere la comparazione del suo Dna con quello del sacerdote che, molto stimato per la sua cultura e diventato, grazie alla missione sacerdotale durata oltre mezzo secolo, un punto di riferimento per la comunità di Tremensuoli al punto da avere intitolata, all’indomani della sua morte, la piazza principale della frazione collinare di Minturno. Possenti si dice pronto a fronteggiare questa controversia legata all’eredità: dopo aver bloccato la possibile vendita dei beni immobili nella disponibilità della signora Ida Bergantino, potrebbe recuperare, in caso di revisione del lascito testamentaria, i canoni di locazione incassati nel corso di questi anni dalla sorella del religioso All’esame peritale si è costituita propria la sorella 80enne di don Raffaele, Ida, che nominando l’avvocato Gildo Ciaraldi ed un medico legale di fiducia, era rappresentata da figli e nipoti.

riesumazione salma don raffaele bergantinoBocche cucite davanti a taccuini e microfoni ma con una volontà ai necrofori di Minturno: i resti mortali di zio Raffaele trovino pace ora nella cappella di famiglia appena realizzata… Il suo presunto figlio perché soltanto ora ha deciso di ricorrere alle carte bollate? Una sorta di “transazione “ segreta non è andata a buon fine? Di certo, Possenti è interessato a fare piena luce su quella che è stata la sua vita sino a 30 anni, cresciuto presso la canonica della chiesa di San Nicandro perché sua madre era la perpetua di don Raffaele. Gli avevano fatto credere che il suo vero papà fosse andato a lavorare a Roma. Ma, alla morte della madre, ha prima ottenuto dal comune di Minturno il disconoscimento di quella paternità imposta ma i suoi dubbi sono aumentati quando è risultato negativo l’esame del Dna del padre legittimo, nel frattempo deceduto e seppellito nel cimitero monumentale del Verano.

Di certo lo stesso Monsignor Bergantino è stato un personaggio da raccontare: subito dopo l’ultima guerra era giunto a Tremensuoli dalla parrocchia Santi Fabiano e Venanzio di Roma prendendo il posto di Antonio Trani. Da Tremensuoli voleva andare via perché vi imperversavano tre “M”: miseria, malaria e morte. L’allora Arcivescovo di Gaeta lo convinse a rimanere e i risultati non tardarono a giungere: l’oratorio parrocchiale per i bambini dell’asilo, la colonia della Pontificia Opera di assistenza, l’insegnamento di religione presso il liceo classico “Vitruvio Pollione” di Formia, la nomina di Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Gaeta e la pubblicazione di alcuni trattati di teologia, uno dei quali è tutto un programma “Il cardinale Gaetano e la teoria della doppia giustificazione”.

Monsignor Bergantino aveva un fratello sacerdote molto impegnato a Cassino: Vincenzo, parroco della chiesa di piazza Diamare a Sant’Antonio e poi in quella della centralissima San Giovanni appena ricostruita dopo le bombe alleate.

Saverio Forte