Formia / Omicidio a Santo Janni: le indagini dei carabinieri

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FORMIA – Omicidio a Santo Janni. Un uomo è rimasto vittima di un aggressione con un’altra persona. Dalle poche informazioni trapelate, l’episodio è accaduto questa mattina intorno alle 7 in una villetta sita in Via Giovenale, traversa nei pressi del ristorante cinese.

omicidio-santo-janni2Forse un litigio alla base dello scontro tra i due. Uno dei due, Giuseppe Lancella, 50 anni, autotrasportatore, formiano ma originario di Itri, che aveva in affitto la villetta, sarebbe stato colpito alla testa con un corpo contundente e morto quasi subito. L’altro, invece, Andrea Tamburrino, 41 anni, pregiudicato originario di Carinola ma da tempo stabilito nel sud pontino, in particolare a Scauri, si sarebbe tagliato la gola dopo l’intervento delle forze dell’ordine ed è in fin di vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Formia, diretti dal Capitano David Pirrera, che hanno avviato le indagini, coordinate dal pm Chiara D’Orefice.

Il ferito – noto alle forze dell’ordine per precedenti riguardanti estorsioni e raggiri, con una lunga storia di gigolò sfruttatore di donne agiate – è stato trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso “Dono Svizzero” di Formia e affidato alle cure dei sanitari. L’area interessata dall’omicidio è stata interdetta e sono ancora in corso i rilievi da parte degli uomini dell’Arma.

Secondo quanto si apprende, i carabinieri giunti nelle villetta di Via Giovenale, hanno trovato il cadavere mentre l’altro uomo, in stato confusionale, si sarebbe chiuso in uno sgabuzzino. Dopo i ripetuti tentativi di farlo uscire, i militari hanno fatto irruzione nella stanza ma l’uomo si era tagliato la gola con un coltello. Subito trasportato al Dono Svizzero, le sue condizioni non sarebbe gravi.

Alla base del drammatico episodio non vi sarebbero motivi passionali ma economici. Secondo una prima ricostruzione, Tamburrino, giunto nella villa di via Giovenale di buon mattino, a bordo della sua Smart, avrebbe avuto con Lancella una discussione, lite – probabilmente per gli alti costi di locazione dell’immobile – subito dopo degenerata. Di certo, il 50enne è stato colpito da un oggetto contundente alla testa ai piedi della scala tra l’ingresso e il piano terra mentre Tamburrino, dopo aver chiesto al telefono alla madre l’intervento di un’ambulanza, si asserragliava, in uno stato confusionale, in un ripostiglio dove all’arrivo dei carabinieri si feriva alla gola con un coltello.

Respinge le accuse l’avvocato difensore di Tamburrino, Pasquale Cardillo Cupo: “Non c’è nessun caso di omicidio. Si è trattato di un tragico incidente domestico tanto che è stato lo stesso Tamburrino a soccorrere la povera vittima nel tentativo di salvarla, chiamando anche il 118. Appreso del decesso il mio assistito ha tentato il suicidio tagliandosi la gola per il dolore dovuto alla perdita del caro amico. Appena guarirà andremo dal Magistrato per dare ogni contributo utile.”