Gaeta / Sanità, Raimondi: “Il Sindaco Mitrano ignora il diritto alla salute dei cittadini”

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GAETA – “Dopo tanti anni, nonostante il cambio di governo in Regione, le cose non sono cambiate: si continuano a tagliare i servizi sanitari a Gaeta e Minturno senza rafforzare l’ospedale di Formia. In questo modo non si tutela il diritto alla salute dei cittadini del comprensorio del Golfo e, purtroppo, c’è da evidenziare una continuità di azione tra la giunta di centro destra (Polverini) e quella attuale di centro sinistra (Zingaretti). Chiudere il Punto di Primo Intervento a Gaeta vuol dire intasare ancora di più il Pronto Soccorso del Dono Svizzero, che ha già un considerevole carico di lavoro, ma soprattutto significa aumentare i disagi di tanti cittadini che saranno costretti a spostarsi a Formia anche per semplici medicazioni”. Lo dichiara Antonio Raimondi, capogruppo del Movimento Progressista di Gaeta.

“Il sindaco Mitrano, in questi anni – prosegue Raimondi – ha sempre ignorato la necessità di trattare in consiglio comunale questi ed altri argomenti importanti perché concentrato su altro. È grazie all’opposizione che certi argomenti riescono ad arrivare nella massima assise cittadina, altrimenti ridotta a semplice organismo di ratifica di decisioni prese in Giunta. Infatti, è grazie alla forte spinta del Movimento Progressista che 24 maggio 2013 il consiglio comunale ha votato all’unanimità una delibera con la quale si impegnava il sindaco a difendere e a rafforzare i servizi esistenti al Di Liegro. Il risultato? Mitrano ha fatto l’esatto contrario tradendo la volontà dei consiglieri comunali, e quindi i cittadini, e condannando, di fatto, alla chiusura il Punto di Primo Intervento.

La Sanità è uno di quei temi che non può avere una visione limitata alla città di Gaeta, ma deve allargarsi ai comuni del nostro comprensorio e dell’intera provincia di Latina. Durante la mia amministrazione, non mi sono mai sottratto al confronto con i sindaci che amministravano i territori limitrofi, con i vertici dell’Asl pontina e con gli esponenti del consiglio e della presidenza regionale del Lazio.

Tra il 2007 e il 2012 la Regione Lazio è intervenuta più volte nel riassetto della sanità pontina trovando nella mia Amministrazione civica un interlocutore attento e disponibile al dialogo. Questo non significa che abbiamo accettato supinamente qualsiasi decisione, ma abbiamo sempre partecipato alla discussione e, quando era il caso, non abbiamo esitato a scendere in piazza a difendere il nostro diritto alla salute.

Con “nostro”non intendo limitarmi ai miei concittadini. Il 9 ottobre 2010, la città di Gaeta scese in piazza per protestare contro il decreto della presidente Polverini che tagliava la struttura di Oncologia del Di Liegro e ridimensionava in maniera drastica i servizi in tutto il Golfo. Quel giorno, accanto a me c’erano il sindaco di Spigno e il sindaco di Sezze e, tra i tanti cittadini, anche buona parte del consiglio comunale rappresentato sia dalla maggioranza che dall’opposizione.

Il 2010 è stato un anno importante che ha visto la sottoscrizione da parte dei primi cittadini del sud pontino di un documento dove si chiedeva il mantenimento e il rafforzamento dei servizi esistenti a Gaeta e Minturno (day surgery, oncologia, day hospital, Rsa, Malattie infettive, ambulatori, trasferimento distretto sanitario dal Caposele a Gaeta) che dovevano funzionare da supporto al Dono Svizzero di Formia per evitare che fosse troppo “intasato”. In quello stesso periodo, ed in maniera autonoma, i tecnici dell’Asl di Latina prepararono un documento tecnico che arrivava alle stesse conclusioni di quello dei sindaci con un’aggiunta sostanziale: con i fondi che la Presidente Polverini, nel suo ruolo di commissario della Sanità, destinava al Sud Pontino non solo era possibile mantenere gli stessi servizi, ma potevano essere anche potenziati.

Sappiamo come andò a finire: la Polverini non ascoltò né i tecnici né i sindaci e proseguì con la politica dei tagli che ha comportato solo maggiori spese perché i cittadini sono costretti ad andare a Latina o a Roma, quando va bene, o fuori regione per tanti altri esami. I tagli nel Sud Pontino non portano alcun risparmio perché incentivano la mobilità passiva che incide in maniera pesante sul bilancio dell’Asl di Latina togliendo le risorse economiche da investire sui territori e sulle strutture di sua competenza”.

“Ad oggi – conclude Raimondi – la situazione non è migliorata anche a causa dell’incapacità dell’attuale Primo Cittadino di tutelare il diritto alla salute dei suoi cittadini. L’amministrazione preferisce spendere tempo ed energie in interventi puramente estetici senza dedicare la giusta attenzione ai veri problemi di Gaeta evitando di affrontare temi come la sanità locale in consiglio comunale, la sede istituzionale idonea per trattare questi argomenti. La città ha bisogno di altro”.