Gaeta / Peschereccio Rosinella, predisposto il rimpatrio delle salme tunisine

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GAETA – E’ terminata con il sopralluogo di ieri la missione del cacciamine Gaeta. La nave della marina militare italiana ha ispezionato a più riprese i fondali antistanti Baia Domizia alla ricerca dell’equipaggio del peschereccio Rosinella riuscendo a recuperare, grazie ad un sofisticato sonar militare, i corpi di due dei tre membri dell’equipaggio, partito dal porto di Formia. Khalifa Sassi, 60 anni e suo figlio Saipeddine, 25 anni, residenti ad Ercolano, saranno ora rimpatriati nel loro paese di origine, la Tunisia. La disposizione, data dai familiari, sarà eseguita dalle Antiche onoranze funebri Salvatore Salemme. I costi economici saranno sostenuti dal paese africano, dove la materia è regolata da una legislazione molto avanzata. Sul fronte delle indagini ieri il pm Marina Marra, accompagnata dal consulente tecnico del tribunale di Cassino Giovanni Di Russo, ha valutato insieme al comandante del compartimento marittimo di Gaeta Alberto Meoli diversi elementi riguardanti la dinamica dell’inabissamento, avvenuto ormai da oltre un mese. Ma la posizione delle reti rende tuttora inaccessibile l’accesso all’interno del peschereccio. Toccherà dunque a Nave Anteo, come si era ipotizzato inizialmente, compiere con la sua tecnologia all’avanguardia l’ultimo passo e svelare i segreti che il relitto ha portato con sé alla profondità di 62 metri. Nave Anteo è attualmente impegnata a Lampedusa nel recupero di un peschereccio con a bordo, si stima, tra i 700 ed i 900 migranti, rimasti chiusi dentro la stiva e deceduti circa un anno fa. L’operazione, piuttosto laboriosa, ha subito una pausa a causa del maltempo.

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