Minturno / Spese pazze e illegalità nel Comune, l’impietosa relazione del Mef

Minturno Politica Top News

MINTURNO – Nel 2013 si invitava il Comune di Minturno “al ripristino della legalità”, oggi invece “si rileva una generalizzata violazione delle norme di contabilità pubblica”. Non sembra cambiato molto lo scenario che vede protagonisti gli uffici e le amministrazioni comunali nell’ultima relazione dell’ispettore del Ministero dell’Economia e della Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, Dott. Ermanno Piteo, che ha effettuato un’ispezione nel giugno 2015, verificando tutti gli atti dell’Ente nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015, che segue quella già avvenuta nel 2006 con relazione inviata il 23 aprile 2013, che già indicava tante criticità ma soprattutto metteva il Comune sotto inchiesta per somme indebitamente inserite nelle annualità pregresse che hanno costituito il fondo risorse per le politiche di sviluppi del personale per il periodo 2001-2005, ovvero durante la seconda amministrazione Graziano.

Nel 2013, la giunta Graziano Ter aveva provveduto al recupero dell’importo di 80mila euro da prelevare sul Fondo di sviluppo delle Risorse della Contrattazione Decentrate Integrativa, ma si tratta, in realtà, di una prima tranche da pagare, perché l’importo complessivo delle irregolarità riscontrate è pari a 169.043 euro. Tra l’altro, la seconda parte del corrispettivo è ancora da pagare.

Manco a dirlo, dall’ultima relazione del Mef, giunta al palazzo comunale nei giorni scorsi, emerge una fotografia impietosa, nella quale l’illegalità regna sovrana. Vengono scandagliati progetti obiettivo, indennità, transazioni e appalti. Irregolarità diffuse in ogni aspetto, che in questi ultimi tre anni sono state ampiamente denunciate dall’opposizione consiliare, dal Collegio dei Revisori dei Conti e anche dal Nucleo di Valutazione. “Il reperimento della documentazione richiesta è stato piuttosto complesso, soprattutto a causa delle continue riorganizzazioni e il frequente cambio dei responsabili di servizio”, scrive il Dott. Piteo nella sua relazione di ben 110 pagine più allegati.

DOTAZIONE ORGANICA E SPESA DEL PERSONALE
Il Comune di Minturno non ha rispettato negli anni 2010 e 2013 l’obbligo di progressiva riduzione della spesa per il personale. Dopo la ricostruzione della vicenda degli ex LSU, si passa all’esame dei vari contratti. Il ricorso a rapporti di lavoro subordinato a tempo determinato da parte del Comune di Minturno è rivolto quasi esclusivamente agli agenti di polizia locale e in piccolissima parte ai collaboratori dell’ufficio staff del sindaco.

Vigili urbani. L’analisi del Mef punta il dito contro la polizia locale. In particolare le assunzioni a tempo determinato vengono utilizzate non per rispondere a esigenze di “carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale” ma per svolgere “gli ordinari compiti di polizia locale allo stesso Ente affidati”. “E’ evidente infatti – si legge nella relazione – che per tutti gli anni considerati con tali tipologie di assunzioni, effettuate con carattere di continuità, viene coperto tutto l’anno solare, avendo per ogni trimestre o quadrimestre un numero consistente (mediamente una decina) di agenti di polizia locale assunti a tempo determinato. Si rileva un utilizzo improprio della tipologia di lavoro a tempo determinato e in assenza di esigenze di carattere temporaneo o eccezionale”. Addirittura, in un paio di assunzioni riferite a due vigilesse, effettuate con determine del responsabile del servizio di vigilanza urbana (la n. 9 del 30 gennaio 2012 e la n. 134 del 23 luglio 2013), il Comune non ha fornito i contratti di lavoro stipulati con i soggetti in questione in contrasto con il fondamentale principio della forma scritta. Ma non è finita qui, perché sotto accusa sono anche i progetti obiettivo di cui si disquisirà più avanti.

Staff del sindaco. Anche negli staff dei sindaci sono state riscontrate delle irregolarità. In particolare, nel 2010, nello staff del sindaco Aristide Galasso, tre membri erano stati inquadrati come collaborazione coordinata e continuativa e non come rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato, in contrasto con le disposizioni vigenti. Infine, durante l’amministrazione Graziano non è stato rispettato il limite di spesa per le collaborazioni esterne: nel 2012 c’è stato uno sforamento di 1.309 euro; nel 2013 di 14.599 euro e nel 2014 di 9.884 euro.

INCARICHI RESPONSABILI DI SERVIZIO
Presso il Comune di Minturno, la struttura organizzativa prevede che a capo di ognuno dei 7 servizi operativi sia preposto un funzionario coordinatore titolare di posizione organizzativa, ma è previsto per gli incarichi affidati a soggetti esterni il limite del 30% dei posti in dotazione organica, peraltro per le sole qualifiche dirigenziali. Ne consegue la possibilità per il Comune di Minturno di conferire la responsabilità di un servizio a soggetti esterni.

Al momento della verifica del Mef, nell’organico del Comune di Minturno un solo servizio era retto con incarico esterno, quello dei servizi demografici, igiene, ambiente, acquisto beni e servizi, e personale, conferito dal sindaco Graziano al Dott. Francescopaolo D’Elia, dipendente della Provincia di Latina in posizione di comando temporaneo e parziale al 50% presso il Comune di Minturno. L’incarico (scaduto il 31 dicembre 2015 e non rinnovato dal commissario prefettizio Bruno Strati) risulta incompatibile in quanto il dott. D’Elia era assessore al Comune di Formia, in contrasto con quanto prescrivono le norme, che sanciscono l’inconferibilità di incarichi amministrativi di vertice nei Comuni con oltre 15mila abitanti per coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della Giunta o del Consiglio di un Comune con oltre 15mila abitanti della stessa Regione. Inoltre, nel provvedimento citato non viene dato conto della ricognizione di specifiche professionalità tra il personale interno e dell’eventuale assenza della professionalità richiesta tra il personale di ruolo del Comune che motivino il conferimento dell’incarico a un soggetto esterno, seppure in posizione di comando a servizio dell’Ente stesso.

Il Dott. Piteo ha trovato anomalie anche nella precedente amministrazione Sardelli, con il conferimento degli incarichi dirigenziali. Infatti, con delibera di giunta comunale n.83 del 10 maggio 2005 il Comune ha riorganizzato la propria struttura, riducendo da 13 a 4 i servizi e istituendo 4 posizioni dirigenziali a capo di ciascun servizio. Su 4 posizioni dirigenziali, l’Ente non aveva alcuna possibilità di conferire direttamente incarichi dirigenziali ma avrebbe dovuto procedere con un concorso pubblico per la selezione dei dirigenti. Infine, come è noto, durante l’amministrazione Galasso, con deliberazione di giunta comunale n.179 del 17 maggio 2011 sono state soppresse le 4 posizioni dirigenziali, ripristinando i servizi.

LA CONTRATTAZIONE DECENTRATA INTEGRATIVA DEL PERSONALE
La documentazione della contrattazione decentrata non è stata inviata all’ARAN, ovvero l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. E ancora: “La procedura utilizzata dal Comune di Minturno presenta diversi profili di criticità. Innanzitutto, manca una definizione preventiva e una programmazione da parte dell’amministrazione dell’attivazione di nuovi servizi e del potenziamento di quelli già esistenti, dal momento che la possibilità di incrementare il fondo con risorse da destinare a ipotetici progetti viene decisa in sede di contrattazione decentrata, in tutti gli anni approvata ad anno già trascorso o in via di chiusura”.

In realtà, nel Comune di Minturno i singoli progetti finanziati con le risorse in oggetto vengono spesso approvati con delibere ad hoc durante l’anno, ancor prima che venga approvato il fondo dell’anno stesso. E’ il caso, per esempio, di delibere di giunta, come la n.180 del 17 maggio 2011 e la n.65 del 12 luglio 2012, che approvano rispettivamente i progetti obiettivo per l’organizzazione delle manifestazioni del 2011 e manifestazioni estive nel 2012, a fronte di fondi dell’anno 2011 e 2012 non ancora approvati.

“In pratica – scrive il Dott. Piteo – così operando viene decisa la destinazione di risorse da ricomprendere nel fondo del salario accessorio che ancora non viene formalmente costituito. In questo modo il fondo che sarà successivamente destinato e approvato, e sul quale il collegio dei revisori dovrà fornire il relativo parere di compatibilità, sarà già parzialmente erogato, anche per quanto riguarda la parte variabile del fondo relativo a compensi non fissi e continuativi”.

I PROGETTI OBIETTIVO
Per i progetti che vengono approvati “raramente è possibile rinvenire nuovi o maggiori servizi e spesso le risorse previste vanno a finanziare attività ordinarie dell’Ente o che espliciti pareri ARAN hanno dichiarato non incentivabili specificamente, come nel caso del progetto per recupero Tarsu”. Su quest’ultimo di parlerà più tardi. Allo stesso modo non risultano “predeterminati indicatori di misurazione del livello di miglioramento e potenziamento dei servizi e, d’altro canto, sono frequentemente assenti le relazioni dei responsabili dei servizi da redigere a chiusura dell’anno di riferimento. Per contro la legittimazione di tali risorse si dovrebbe rinvenire in obiettivi di miglioramento dei servizi effettivamente ‘sfidanti’”. In sintesi, dice la relazione del Mef, “gli incrementi effettuati dall’Ente sono da ritenere comunque mancanti dei presupposti”. Rilievi, d’altronde, già espressi dal Nucleo di Valutazione ma mai presi in considerazione dall’amministrazione Graziano.

Ma di quali somme parliamo? Negli ultimi tre anni sono stati spesi 127.322 euro per l’anno 2012, 154.564 per l’anno 2013 e 119.500 per l’anno 2014. Come già ribadito, “per quasi tutti i progetti sembra trattarsi di ordinaria attività dell’Ente se si esclude il progetto di contrasto del punteruolo rosso e dell’allestimento della sala Cadit”. Inoltre, “le determine di liquidazione molto frequentemente non sono corredate da relazioni finali del responsabile di servizio che ne attesti lo svolgimento, gli obiettivi raggiunti e il grado di partecipazione. Non sono inoltre presenti criteri e parametri obiettivi a cui è ancorata la corresponsione del compenso”.

Vigili urbani. Altro aspetto molto interessante sono i progetti obiettivo dei vigili urbani e finanziati con i proventi delle sanzioni amministrative, argomento che è anche al centro di un processo che vede imputate 14 persone tra amministratori e dipendenti comunali. Anche in questo caso ci sono criticità. Si parla di progetti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza cittadina. Solo per un anno risulta formalmente approvato un progetto obiettivo della polizia locale denominato “Città serena, sicura e pulita”, con delibera di giunta comunale n.170 del 27 luglio 2010. Nello stesso progetto non si riscontrano quei caratteri di attività “non ripetitive e ricorrenti” né si evince l’attivazione di nuovi servizi o il potenziamento di quelli esistenti, che potessero legittimare l’inserimento di ulteriori risorse per il loro svolgimento. Per gli altri anni non è stato fornito alcun atto di approvazione dei suddetti progetti.

“Le attività remunerate con le risorse in oggetto – si legge nella relazione – sembrano esaurirsi nell’ordinaria attività di controllo, accertamento e gestione delle infrazioni al Codice della Strada o ai regolamenti e alle ordinanze sindacali. Non sono presenti gli elenchi del personale coinvolto nei vari progetti né obiettivi indicatori e metodologie di valutazione nell’unico progetto approvato. Le determine di liquidazioni appaiono tutte generiche e spesso non contengono i criteri di determinazione dell’importo spettante al singolo beneficiario anche quando coinvolgono impiegati esterni alla polizia municipale”. E ancora, “in molti casi nella determina di liquidazione non è indicato né il periodo di riferimento, né la motivazione della particolare erogazione né qualunque parametro per la liquidazione delle competenze ai beneficiari”.

Le stesse determine di liquidazione, a volte finalizzate alla sola liquidazione dello straordinario o delle ore di turno nei giorni festivi, non sono corredate di cartellini di timbrature e giornate di presenza dei beneficiari, come si evince dalla nota 27164 del 13 luglio 2012 del responsabile del servizio finanziario, con la quale si restituisce la determina di liquidazione n.59 del 13 luglio 2015 del comandante di polizia municipale e solo dal 2015 nelle determine di liquidazione vi è l’attestazione della correttezza delle timbrature e dei conteggi effettuati in conformità ai CCNL vigenti. Addirittura, c’è un caso in cui la determina di liquidazione (la n.137 del 25 luglio 2013) viene assunta in assenza della delibera di giunta che prevede la destinazione dei proventi derivanti dalle violazioni del codice della strada. Su tutto poi manca, dal 2011 al 2014, un progetto che definisca prioritariamente le attività e i servizi nuovi o potenziati, qualsiasi indicato relativo agli obiettivi da conseguire e conseguiti e una qualche relazione del responsabile del servizio sull’attività svolta e gli obiettivi.

Progetto Tarsu. Altro capitolo è quello del Progetto obiettivo Tarsu, finanziato con le risorse del recupero della Tarsu evasa. Il progetto obiettivo Tarsu prevede la costituzione di un fondo finalizzato l’erogazione di un compenso incentivante al personale coinvolto, alimentato con le maggiori somme riscosse per accertamento della tassa sui rifiuti solidi urbani (Tarsu). Il Comune fa transitare le risorse per finanziare il progetto nel fondo del salario accessorio ma in realtà il fondo stesso è alimentato con le somme riscosse a seguito di attività di accertamento sul pagamento del tributo.

Il regolamento relativo alla Tarsu, approvato con delibera di consiglio comunale 10 del 27 aprile 2007 prevede all’art. 28 la costituzione di un fondo speciale alimentato con il 10% delle somme riscosse per accertamento e/o liquidazione della tassa ivi comprese le sanzioni e gli interessi. Il successivo art. 29 dello stesso regolamento prevede che una percentuale compresa tra il 20 e l’80% del fondo così costituito sia destinata annualmente all’attribuzione di compensi incentivanti la produttività al personale addetto. In realtà, dice il Mef, la disposizione dell’art. 29 del regolamento sull’applicazione Tarsu dell’Ente è in chiaro contrasto con quanto espressamente affermato dall’Aran. Quanto è costato ai cittadini? Dal 2010 al 2014 è stato erogato l’importo di 47.988 euro. Al riguardo si rileva che “non esiste alcuna disposizione normativa né previsione di CCNL che consenta la destinazione di una quota del maggior gettito della Tarsu all’incentivazione del personale”.

Nella relazione viene segnalato, inoltre, che l’incremento del fondo realizzato avviene in una situazione in cui gli stessi equilibri di bilancio potrebbero essere minacciati dall’ingente massa di debiti fuori bilancio. Infine, tale incremento del fondo per il salario accessorio risulta ancor più ingiustificato in considerazione delle risultanze della precedente verifica ispettiva che quantificava in 160.043 euro le somme indebitamente inserite nel fondo nelle annualità pregresse (anni 2001-2005) e delle quali l’ente deve ancora effettuare il recupero.

DEBITI FUORI BILANCIO
Non potevano mancare i debiti fuori bilancio, che confermano quanto già ampiamente scritto nei mesi scorsi e sui quali sorvoliamo in quanto il commissario prefettizio Bruno Strati ha già provveduto a riconoscerli. Ma alcuni aspetti sono comunque interessanti. Secondo la relazione, infatti, sono state riscontrate diverse anomalie: ordini di spesa effettuati da soggetti non titolati in quanto non assegnatari della gestione di determinati capitoli di spesa (servizio lavori pubblici); ordini di spesa effettuati dal titolare del capitolo di spesa a quelle dedicate senza tuttavia avere la copertura finanziaria per insufficienza degli stanziamenti in bilancio (servizio affari generali istituzionali e legali); spese di carattere continuativo assunte con contratti o convenzioni senza contestualmente effettuare l’impegno di spesa (servizio di polizia locale verso Poste Tributi). Nel sollecitare il Comune di Minturno a riconoscere quanto prima i debiti fuori bilancio, il Dott. Piteo richiama i responsabili di servizio “ad attenersi scrupolosamente alle norme di contabilità pubblica e degli enti locali e a concordarsi con il servizio ragioneria per l’assunzione di corrette obbligazioni a carico dell’Ente”. “Si rileva, in ogni caso, una generalizzata violazione delle norme di contabilità pubblica”, sentenzia l’ispettore del Mef.

In merito ai premi di produttività, risulta erogata a tutto il personale una produttività pari al 100% di quella potenzialmente spettante, al netto delle decurtazioni per altri incentivi e per giornate di assenza in contrasto con le norme vigenti che prevedono l’erogazione soltanto davanti ad effettivi incrementi della produttività.

POSIZIONI ORGANIZZATIVE E RESPONSABILI DI SERVIZIO
La problematica più evidente riscontrata nel Comune di Minturno, scrive l’ispettore del Mef, riguarda la limitata durata degli incarichi di responsabile di servizio e con il conseguente elevato turnover degli stessi responsabili. L’incarico non viene mai conferito per periodi più lunghi di un anno, ma quasi sempre per periodi brevissimi quali un mese o pochi mesi. “E’ evidente la difficoltà in cui operano tutti i responsabili di servizio, avendo un orizzonte di programmazione delle attività e dell’organizzazione del servizio di pochi mesi”, commenta il Dott. Piteo, definendo “del tutto illogico un conferimento dell’incarico, per di più ripetuto nell’anno, per pochi mesi”. “Se poi – prosegue la relazione – al breve periodo di conferimento degli incarichi si affiancano, come nel Comune di Minturno, le continue riorganizzazioni che spostano settori da un servizio ad un altro si comprendono meglio le disfunzioni che possono nascere”.

INDENNITA’
Altro aspetto sono le indennità di posizione che, tranne pochissimi casi, sono sempre in rialzo: la retribuzione del responsabile di posizione del responsabile dei servizi finanziari passa da 10mila nel 2014 euro a 12mila euro nel 2015; quella del responsabile del demanio, Pua, cimitero, tutela paesaggistica, politiche abitative, condono edilizio ecc. da 8mila nel 2014 a 12mila euro nel 2015. Caso isolato il responsabile del servizio igiene pubblica, la cui retribuzione di posizione passa da 11mila euro del 2010 a 8mila euro nel 2011. “Gli incrementi ingiustificati delle suddette indennità di posizione si rivelano ancora più dispendiosi per le finanze dell’Ente, perché gravano direttamente sulle risorse del bilancio dell’Ente e non sul fondo per il salario accessorio”, scrive il Mef.

C’è poi tutto un capitolo a parte delle indennità speciali, come quella per “accesso a particolari sistemi telematici”, erogata solo per gli anni 2010 e 2011, soltanto per conservare le password di accesso. Un aspetto, come rileva la relazione, che attiene l’ordinaria attività lavorativa dei dipendenti. “Appare pertanto irragionevole – si legge nella relazione – il pagamento di un compenso aggiuntivo per normali attività gestionali. Perlopiù le banche telematiche vengono utilizzate o in funzione di consultazione o come aggiornamento di archivi precedentemente tenuti in versione cartacea o come di invio di documentazione precedentemente inviata in formato cartaceo. Si tratta, evidentemente, di un fisiologico cambiamento dell’attività lavorativa”.

Altra indennità è quella del “disagio per il personale che svolge attività di sportello”. E’ previsto dalle normative vigenti la corresponsione di 2 euro al giorno per i dipendenti comunali che si trovano a svolgere attività di sportello e di ricezione del pubblico nei casi di uffici aperti al pubblico. Dai rilievi del Mef risulta che tale indennità viene percepita anche da tutti gli altri uffici, pur senza svolgere lavoro di sportello. “Si ritiene irregolare in questi casi l’erogazione della citata indennità, in quanto l’attività rientra nei normali compiti di ufficio, senza comportare particolare disagio rispetto alla generalità dei dipendenti”, scrive il Dott. Piteo. Come la precedente, anche questa indennità risulta essere erogata negli anni 2010 e 2011. Illegittimo, infine, il cumulo dell’indennità di turno e maggiorazione per lavoro in giorno festivo per gli agenti della polizia municipale.

AUTO DI SERVIZIO
Il Comune di Minturno risulta non aver adempiuto all’obbligo di comunicazione al Dipartimento della Funzione Pubblica dell’elenco delle autovetture di servizio. Per la spesa complessiva risulta lo sforamento rispetto ai limiti previsti per legge: nel 2011 sforamento di 3.048 euro; nel 2012 di 6.407 euro; nel 2013 di 5.801 euro e nel 2014 di 4.667 euro. C’è da dire, comunque, che l’Ente, per gli anni 2013 e 2014 ha rispettato il principio generale di contenimento tendenziale delle stesse spese che negli stessi anni sono diminuite passando da un importo di 12.416 euro registrato nell’anno 2012 a importi più contenuti pari a 8.806 euro nell’anno 2013 e a euro 7.672 del 2014, riportando sostanzialmente la spesa per autovetture di servizio al livello del 2009.

SEGRETARI GENERALI
Rilievi anche al segretario generale, ma non l’attuale, ovvero la Dott.ssa Massimina De Filippis, ma al Dott. Giuseppe Di Cicco, al quale il sindaco Pino Sardelli nel 2005 ha conferito l’incarico di Direttore Generale del Comune di Minturno, la cui indennità è passata da 30.987 euro del 2001 a 35.671 del 2006, fino a 50mila euro del 2008. “In nessuno dei provvedimenti allegati o forniti dal Comune – scrive il Dott. Piteo – sono motivati in maniera apprezzabile le ragioni del conferimento dell’incarico e, soprattutto, la fissazione dell’indennità. Nella delibera di giunta comunale 216 del 25 luglio 2001 l’incremento dell’indennità di Direttore Generale da 20.658 euro a 30.987 euro viene giustificato con un indefinito ‘diligenza e attaccamento al Comune’ “. “Una maggiore trasparenza dei suddetti provvedimenti – continua la relazione – avrebbe dovuto comportare una espressa indicazione delle specifiche funzioni attribuite al segretario comunale che ne giustifichino la nomina a Direttore Generale dell’Ente e i parametri cui la connessa indennità risulta ancorata. Si rileva, pertanto, l’irregolarità della fissazione di una tale indennità, poiché non supportata da alcuna motivazione”.

Altri rilievi vengono mossi al segretario comunale Dott. Maurizio Colacicco, in carica dal 2010 al 2012. Dall’esame degli statini stipendiali per gli anni 2010 e 2011 è stata evidenziata la corresponsione di compensi relativi all’indennità di posizione per l’incarico di responsabile del servizio segreteria generale e gestione delle risorse umane. Compensi, come si legge nella relazione, “erogati in violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione” e questo perché “le stesse attività vengono già retribuite al Dott. Colacicco con la maggiorazione dell’indennità di posizione pari al 46% già vicino al livello massimo del 50%”.

RIFIUTI
La relazione del Mef si sofferma, infine, sugli appalti. Per quanto riguarda il settore dei rifiuti, viene rilevata la non regolarità delle proroghe disposte all’azienda ASA con determine del servizio igiene pubblica e tutela ambienta n. 7 del 23 gennaio 2014 e n. 78 del 24 aprile 2014. “Il Comune di Minturno – si legge nella relazione – consapevole della scadenza del contratto già affidata con una procedura d’urgenza (…) avrebbe potuto organizzarsi per bandire la nuova gara in tempo utile in modo da far coincidere il termine finale del contratto in esame con la conclusione della successiva gara”.

Irregolare anche la gestione dell’appalto con la Ecocar, in quanto “la procedura negoziata senza pubblicazione del bando di gara (…) non era consentita poiché il ricorso a tale procedura è ammesso nella misura strettamente necessaria quanto l’estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con i termini imposti dalle procedure aperte, ristrette o negoziate previa pubblicazione di un bando di gara”. Nel caso specifico, era stata già espletata una procedura negoziata conclusasi in data 25 maggio 2013, a cui aveva fatto seguito il contratto sottoscritto con la ditta CNS – Consorzio Nazionale Servizi, che aveva affidato il servizio alla sua consorziata ASA, con validità di 6 mesi e oggetto di ben due proroghe. In tale periodo, “l’Ente avrebbe dovuto bandire, considerato il valore del contratto e avuto riguardo anche all’importato relativo alla soglia comunitaria (…) una gara aperta o ristretta”.

Irregolarità anche nella lettera di invito delle ditte, allegata alla determina 92/2014, in quanto ben due delle tre ditte invitate non posseggono i requisiti per tutte le categorie richieste o superiori (tra l’altro oggetto della nuova maxi inchiesta sui rifiuti svolta dalla Guardia di Finanza di Formia che vede ben 11 persone indagate, tra amministratori, dipendenti comunali e responsabili di due aziende). L’unico operatore economico invitato che possiede i requisiti per tutte le categorie richieste è la ditta Ambroselli Maria Assunta Srl già invitata alla precedente procedura negoziata del 2013 e per la quale non aveva presentato offerta.

La Ecocar Srl, aggiudicataria dell’appalto temporaneo, non risulta in possesso dei requisiti richiesti, come pure l’altra ditta invitata, la Del Prete Srl. Il Comune di Minturno non ha fornito al Mef dimostrazione del possesso di alcuni requisiti generali della Ecocar Srl, quali il certificato del casellario giudiziale e dei carichi pendenti e documentazione relativa alla certificazione per l’impresa aggiudicataria dell’inesistenza di procedimenti, come per esempio la “certificazione antimafia”.

Ma non finita qui, perché il contratto, alla data di verifica del Mef, non risulta ancora essere stato stipulato in contrasto con le norme vigenti che prevedono un termine di 60 giorni dall’aggiudicazione definitiva per la sua sottoscrizione, mentre l’esecuzione del servizio risulta iniziata e regolarmente liquidata.

AUTOVELOX
La relazione del Mef si sofferma che sull’appalto della gestione della sosta a pagamento e noleggio e gestione autovelox. In particolare, per l’anno 2014, viene rilevato che il contratto dell’appalto per il quale è stata presentata una sola offerta presentata da una RTI costituita da Soes Spa, Poste Tributi e Soes Parking Srl, risulta sottoscritto solo in data 18 giugno 2015, dunque circa 6 mesi dopo l’aggiudicazione definitiva dell’appalto, in contrasto con le norme vigenti che prevedono il termine di 60 giorni dall’aggiudicazione definitiva per la sottoscrizione del contratto. L’Ente non ha fornito completa dimostrazione dell’avvenuta verifica dei requisiti di ordine generale dei rappresentanti legali delle ditte raggruppate nella RTI affidataria, in particolare quelli relativi all’assenza di carichi pendenti che precludano la partecipazione a gare di affidamento di contratti pubblici di tutte e tre le società e del casellario giudiziale della società Poste Tributi. Risulta, inoltre, che l’Ente ha provveduto alla richiesta del nulla osta, ai fini dell’interdizione antimafia, solo in data 11 giugno 2015, in contrasto con quanto prevede la legge, mentre si evidenzia infine che anche i certificati del casellario giudiziale forniti dall’Ente sono richiesti e presentati dai soggetti aggiudicatari, non in linea con le previsioni del DPR 445/2000.

VIDEOSORVEGLIANZA
Altro appalto preso in esame è quello della videosorveglianza, affidato alla ditta MGF Service Srl, il cui contratto è stato stipulato nel 2010. In merito a questo appalto, il Mef rileva che alla procedura di affidamento risultano essere stati invitati solo 4 operatori economici, anziché 5, dal momento che si tratta di appalti di fornitura e servizi di importo superiore ai 40mila euro ma inferiore ai 207mila euro. La liquidazione del SAL (Stato Avanzamento Lavori) relativa alla seconda fase del progetto, disposta con determina n.46 del 31 ottobre 2011 per un importo di 105.121 euro viene eseguita in assenza di verifica di conformità della fornitura e del collaudo delle attrezzature installate, in contrasto alle normative vigenti. Infine, l’Ente non ha fornito dimostrazione dell’avvenuta verifica dei requisiti di ordine generale, in particolare quelli relativi all’assenza di sentenze passate in giudicato o di carichi pendenti che precludano la partecipazione a gare di affidamento di contratti pubblici né di quelli relativi alla capacità tecnica e professionale dei fornitori e dei prestatori di servizi.

In chiusura di relazione, si parla anche degli appalti di lavori su pubblica illuminazione e recupero e riutilizzo di immobili di edilizia residenziale, sui quali però non risultano irregolarità.
Giuseppe Mallozzi