Minturno / Ismef, Massimo Signore: “Sciogliere la convenzione aprirà un contenzioso”

Minturno Politica

MINTURNO – Anche il candidato a sindaco Massimo Signore si esprime sulla convenzione Ismef. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa tenuta questa mattina presso la sua sede elettorale di Marina di Mintuno. Nei giorni scorsi l’avv. Signore ha incontrato i vertici Ismef per avere chiara la situazione dell’argomento oggetto di scontro politico in questi giorni, acquisendo tutta la documentazione.

“Ringraziamo l’Ismef – ha esordito Signore – per averci dato l’opportunità di visionare la convenzione. Cercheremo di fare chiarezza sulla base della documentazione in nostro possesso al fine di prendere la decisione più giusta al fine di garantire gli interessi dei cittadini. Questo non deve mai venire meno come obiettivo. Può essere molto facile adottare degli slogan in relazione alla questione se l’Ismef deve andare via oppure no. La decisione deve essere valutata preliminarmente sulla documentazione al fine di evitare che possano esserci ripercussioni soprattutto dal punto di vista economico”.

“Ismef – ha introdotto il candidato a sindaco – è una onlus, non ha scopi di lucro. Nasce nel 2001 e nel 2002 viene presentato al Ministero delle Infrastrutture il progetto del ‘Forum del Mare’. Inizialmente si è avuta la difficoltà circa la possibilità di una onlus di ricevere finanziamenti ministeriali. Questa vicenda termina nel 2005 con una sentenza del Tar, che dà ragione all’istituto di formazione. Dopo di che l’Ismef stipula una convenzione con il Comune di Minturno e in seguito un’altra con l’Università di Cassino. In questo contesto trilaterale ogni organismo avrebbe avuto un proprio ruolo: l’Ismef sarebbe stato il soggetto attuatore del finanziamento da parte del Ministero; il Comune di Minturno sarebbe stato la stazione appaltante, che avrebbe dovuto gestire i lavori sulle Sieci; e l’Università il ruolo della progettazione. C’è da dire che in merito a questa convenzione la stessa Ismef ha posto un quesito all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (oggi Anac) in relazione alla legittimità di questa convenzione. L’unico dubbio rilevato era quello dell’incarico della progettazione affidato all’Università di Cassino bypassando una gara pubblica. Successivamente il Comune di Minturno stipula altre convenzioni”.

Dopo questa introduzione, Signore è entrato nel merito dei problemi che avvolgono questa vicenda: “Innanzitutto, oggi non è corretto parlare di facile risoluzione della convenzione, in quanto c’è una convenzione stipulata da un commissario prefettizio nel 2012 che ha validità di 5 anni sul comodato d’uso gratuito del Castello Baronale. Perlomeno ci potrebbero essere dei problemi sciogliendo anticipatamente questa convenzione che scade nel 2017. Mai è stato messo in discussione dall’Ismef che i due immobili, ex Sieci e Castello, siano di proprietà del Comune di Minturno, sono sempre stati nella disponibilità dell’Ente. Il problema sul quale fare attenzione, almeno per quanto riguarda il Castello Baronale, è il problema delle opere che sono state realizzate al suo interno e quindi ci potremmo trovare di fronte a delle problematiche dal punto di vista economico. Nel momento in cui si va a risolvere questa convenzione, con l’Ismef che ha eseguito opere nel Castello per circa 600mila euro, dei quali almeno 450mila per opere strutturali, significherebbe quantomeno aprire un contenzioso, che caricherebbe la popolazione di un ulteriore debito. Si verificherebbe un arricchimento senza giusta causa del Comune di Minturno, che si troverebbe a rimborsare delle cospicue somme versate”.

Signore ha anche accusato le precedenti amministrazioni che non hanno saputo gestire la situazione: “Auspichiamo che l’amministrazione proceda con scelte ponderate, valuti la cosa migliore da fare. Quello che si evince dalle carte è che questa situazione è stata causata dall’incompetenza delle amministrazioni che ci hanno preceduto dal 2002 a oggi, perché la convenzione madre prevedeva una commissione di monitoraggio per il controllo e la vigilanza, formata dai sindaci di turno e due consiglieri comunali e due componenti dell’Ismef, quindi una commissione a maggioranza pubblica. Tutto questo non c’è stato”.

Come intervenire su questa problematica? “Parte dei finanziamenti – risponde Massimo Signore – è andata in perenzione, perché nel primo step dei lavori che riguardava la messa in sicurezza delle Sieci e la bonifica di alcune aree, l’appalto è degenerato in un contenzioso tra Ismef e ditta appaltatrice e addirittura il Comune è rimasto addirittura in contumacia. Non è possibile che la nostra amministrazione, in una vicenda così importante, abbia deciso di restare estranea al giudizio. Se non c’è la fine dei lavori e non si chiude l’appalto di questo primo step, è normale che l’Ismef non possa accedere ai finanziamenti ministeriali. Quindi è in questo senso che l’amministrazione è stata altamente deficitaria. Ricordo, inoltre, che l’ex Sieci è un monumento dal grande pregio architettonico e sotto vincolo, per cui non si può muovere nemmeno una pietra senza l’esborso di tantissimi soldi che attualmente il Comune non ha”.

L’avv. Signore ha proposto la sua soluzione: “Ammesso che si possa mandare via l’Ismef, quale progetto c’è su quell’area, quale ipotesi di finanziamento? In mancanza di progettazione alternativa, di risorse, di progetti di finanza, sarebbe sicuramente più opportuno cercare di riattivare il meccanismo attivato con la convenzione e di non perdere quelle somme che possono essere recuperate, con danno zero per l’amministrazione e cercare di portare a termine la progettazione sulle Sieci, il tutto perseguendo sempre il bene dei cittadini”.
Giuseppe Mallozzi