Gaeta / Si sacrificò per la Patria “ingrata” a Minturno. Istituzioni Indifferenti

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GAETA – Si sacrificò per la patria, ma le istituzioni sono rimangono indifferenti. Vincenzo Casciato perse la vita tra Scauri e Minturno, mentre bonificava la zona dagli ordigni bellici. Eseguiva gli ordini del suo capitano, per consentire ai civili di riprendere una vita normale, lì dove la Linea Gustav aveva portato distruzione e morte. Le generazioni successive però quel suo gesto generoso non hanno saputo apprezzarlo. I signori Carmine e Vincenzo Casciato di Sant’Angelo del Pesco, hanno atteso, inutilmente, per cinque anni una risposta dal Municipio di Gaeta dal quale aspettavano il beneplacito per la posa di una targhetta, un segno tangibile e perpetuo, all’interno del Sacrario-Cappella Garibaldini del Cimitero di Gaeta. Nella fossa comune “Ignoti” riposano, dal 10 aprile 1957, le ossa del loro zio Caporale Casciato Vincenzo che a 22 anni, militare in forza con la 561ma Compagnia Pionieri, trovò la morte in località Solacciano nel territorio di Minturno il 6 novembre 1944, per scoppio di mina e fu sepolto nel Cimitero di via Garibaldi a Gaeta, tomba n° 59, campo nuovo n° 11. Tra l’altro, dalla documentazione in possesso della famiglia, risultano gravi responsabilità nell’organizzazione delle operazioni di sminamento, anche se i risultati della successiva inchiesta sono scomparsi.

I suoi famigliari non avevano mai conosciuto il posto della sepoltura, scoperto solo nel 2009, epoca dalla quale si sono attivati per onorare alla meglio lo zio.
I signori Casciato, domenica 8 novembre, si sono recati a Gaeta ed hanno deposto, all’interno del Sacrario, senza nessuna autorizzazione, una piccola lapide con la scritta: “La Patria ingrata non pose”.

I Casciato si erano convinti, negli anni, che qualche iniziativa dell’Amministrazione di Gaeta potesse migliorare l’estetica del Sacrario in modo da poterlo definire “luogo della memoria” inteso come testimonianza materiale di valore storico, culturale, identificativa e documentaria che risponda alla funzione di raccontare e di far partecipare le generazioni che si succedono.

Per questa ragione si erano rivolti all’ex sindaco Raimondi che, a sua volta, li aveva indirizzati all’assessore Ferro. Caduta l’amministrazione, ogni eventuale iniziativa è finita nel dimenticatoio.

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