Protezione civile in difficoltà e mancano gli aiuti dalla Regione Lazio

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LATINA – “Il volontariato di protezione civile è fra le più importanti e numerose risorse operative a livello regionale per quanto attiene la lotta attiva agli incendi boschivi, in particolar modo nei territori montani e impervi. Quest’anno la stagione estiva è oltremodo impegnativa sul fronte degli incendi, così come non avveniva da anni. La provincia più colpita è quella di Latina, seguita da Roma e da Frosinone. Per tali motivi, ci saremo aspettati da parte della regione Lazio maggiore attenzione verso le associazioni di volontariato per metterle in condizioni di svolgere l’attività di prevenzione e spegnimento incendi, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti che, la regione stessa, ha promulgato nel corso degli anni”. Lo dichiarano in una nota Piero Balistreri, presidente Lazio dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo volontariato e protezione civile; Cristiano Bartolomei, presidente Prociv Italia Coordinamento Lazio; Enrico Lorenzetti, coordinatore Lazio dell’Associazione Nazionale Carabinieri; Roberto Cotterli, coordinatore Lazio Federazione Pronto Intervento del Volontariato; Vincenzo Carlini, presidente Comitato Regionale Anpas Lazio.

“In particolare – prosegue la nota – la Regione dovrebbe: formare i volontari; fornire i D.P.I (dispositivi di protezione individuale) direttamente o attraverso contributi economici; finanziare od organizzare le visite mediche di idoneità; stabilire le modalità di intervento e i criteri di rimborso delle spese sostenute, attraverso apposite convenzioni. Di tutto quanto elencato è stato fatto qualcosa, con colpevole ritardo, o proprio nulla.

Il volontariato di protezione civile regionale vive una profonda crisi economica e d’identità in quanto, a seguito dell’istituzione della nuova Agenzia di Protezione Civile del Lazio avvenuta a Dicembre dello scorso anno, sono state bloccate tutte le forme di sostegno che la Regione aveva istituito a suo favore!

Nel frattempo il volontariato ha continuato a fornire instancabilmente il proprio servizio a tutela dell’ambiente e dei cittadini a proprie spese e rischio.

Infatti, i contributi per le visite mediche (obbligatorie ai sensi della legge 353/2000) le cui spese sono state anticipate dai singoli volontari, solo in questi giorni, a campagna Antincendio Boschivo quasi conclusa, sono stati erogati. Contributi che permettono di eseguire visite per meno dei due terzi dei volontari impiegati, il resto è a spese dei volontari. Inoltre una ventina di associazioni sono state completamente escluse dalle visite senza che ne sia chiaro il motivo.

Per avere i rimborsi delle spese che stiamo sostenendo, dobbiamo attendere 2 o 3 mesi ( a campagna AIB ultimata) in quanto, solo in questi giorni, la Regione ha predisposto un’ atto di regolarizzazione per le associazioni che tra l’altro, prevede un rimborso allo 80% della rendicontazione presentata!!

Per l’attività ordinaria (assicurazioni, manutenzioni e carburante) i contributi non possono ancora essere determinati poiché solo in data 11.08.2015 è stato pubblicato il regolamento con i criteri per la loro assegnazione
Nel mentre le associazioni si stanno indebitando con i fornitori; in molti casi, non ottenendo credito, i Presidenti hanno dovuto anticipare personalmente le somme.
Il regolamento citato è stato elaborato senza il coinvolgimento preventivo del volontariato e le regole sono state determinate a giochi fatti.

I corsi antincendio che la Regione deve erogare ai volontari, prima di impegnarli nella lotta attiva agli incendi, sono ancora in fase di svolgimento. Al termine, saranno formati solo una parte dei volontari, perché l’agenzia di protezione civile non è stata in grado di organizzare i corsi per i volontari effettivamente impiegati.
Addirittura in due province, non sono stati fatti corsi, obbligando i volontari a spostarsi nelle province limitrofe con limitati posti disponibili.
Non c’era un accordo di programma in convenzione con il Corpo Forestale e i Vigili del Fuoco?

La sala operativa regionale sconta un ritardo tecnologico che non permette l’integrazione dei sistemi di comunicazione.
Questo genera spesso incomprensioni e scarsa efficienza.
Inoltre non esistono regole procedurali chiare e note a tutti gli attori che operano nei vari scenari.
Tutto questo denota una scarsa capacità professionale di chi gestisce la sala operativa.
Inoltre sono stati evidenziati, da parte dei volontari impiegati sul campo, comportamenti della sala operativa che hanno creato equivoci istituzionali con le forze dell’ordine, fino ad arrivare a minacce di denunce per mancati interventi nei confronti dei volontari che, ricordiamo, durante l’impiego, assumono la qualifica d’incaricati di pubblico servizio.
E’ particolarmente frustrante notare una certa mancanza di rispetto nei confronti dei volontari, che va ricordato, prestano la loro opera gratuitamente.

I Dispositivi di Protezione Individuale, obbligatori ai sensi del D. Legislativo 81/2008, sono anni che non sono assegnati. Molte associazioni hanno acquistato i DPI in proprio, ma va ricordato che un kit completo costa circa 700 euro, e non è una somma sostenibile in proprio.
Visti i costi è necessaria una programmazione che preveda la zonizzazione delle aree con la determinazione delle unità e mezzi necessari in funzione del territorio e del rischio associato.
In un momento di crisi economica è indispensabile ottimizzare i costi, senza però gravare sulla buona volontà dei volontari, evitando di esporli a rischi a causa dell’entusiasmo e della loro voglia di aiutare a difendere il territorio.
A tal proposito il piano triennale antincendio boschivo, obbligatorio ai sensi della legge 353/2000, è scaduto nel 2014 senza che la Regione Lazio abbia provveduto all’approvazione del nuovo: 2015- 2017.
Aggiungiamo che le organizzazioni di volontariato sono quotidianamente attivate dalla Sala Operativa Regionale senza che siano state preventivamente stipulate convenzioni, così come previsto dalla legge 353/2000 e dalla legge regionale che ha istituito l’Agenzia regionale di protezione civile.
Stiamo denunciando la drammatica situazione da tempo.
Abbiamo chiesto un incontro al presidente Zingaretti, ma il presidente NON ha trovato ancora il tempo per ascoltarci.

ORA BASTA!!!!

Chiediamo:
• l’istituzione della consulta del volontariato come prevista dalla legge regionale;
• l’immediata erogazione dei rimborsi delle spese già sostenute in questa campagna AIB e in tutte le emergenze idrogeologiche sulle quali abbiamo operato;
• i fondi per la gestione ordinaria, per sopravvivere;
• la fornitura dei DPI utili per la campagna AIB e per tutti i scenari di protezione civile;
• una vera sala operativa con regole e procedure chiare e trasparenti;
• l’effettuazione dei corsi e delle visite mediche in numero adeguato e nei periodi antecedenti alla effettuazione della campagna AIB;
• il coinvolgimento del volontariato nelle scelte inerenti l’operatività e i criteri di assegnazione dei fondi, a garanzia di tutti;
• la programmazione dell’attivita’ di P.C. frutto del confronto con tutti i soggetti, in linea con quanto previsto dalla legge regionale che vede il coinvolgimento del volontariato.

La situazione è drammatica e avrebbe richiesto una forte protesta con un motivato blocco generale e una riconsegna provocatoria alla Regione dei mezzi che i volontari devono far operare a loro spese. Fino ad oggi questo non è successo, ma non è escluso che succeda per la concreta mancanza di fondi. I volontari si sentono soli con il loro senso di responsabilità. La Regione Lazio, al di là di qualche ringraziamento, si sta muovendo con colpevole ritardo e non sta facendo nulla di concreto, tangibile e immediato”.