Parco dei Monti Aurunci

Campodimele/ Tutela e sviluppo del Parco degli Aurunci

Attualità Campodimele

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CAMPODIMELE – ‘Sistema’ è la parola chiave usata dal Commissario del Parco dei monti Aurunci, Michele Moschetta, in occasione del convegno “Le aree protette tra Tutela e Sviluppo” che si è svolto ieri a Campodimele. “Il Parco degli Aurunci è fatto di tradizioni e cultura, che, dopo la fase, che pure deve permanere, della tutela e della conservazione, devono essere messe a disposizione attraverso una rete con i Comuni, le associazioni, gli agricoltori e le istituzioni. Io per primo convengo con il sindaco di Campodimele Roberto Zannella sulla necessità di coinvolgere il territorio del Parco. A questo sto lavorando assiduamente”, ha detto Moschetta, annunciando l’adesione del pastificio Val Verde al marchio dell’ente regionale e confermando la condivisione dei progetti con le scuole e l’Università.

“Bisogna partire dalla tutela delle aree protette per farne un luogo di sviluppo e di biodiversità – ha detto il consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione Bilancio, Mauro Buschini – soprattutto nei momenti di crisi. La Regione ha lavorato sul risparmio e l’efficientamento, abbassando i costi delle nomine, introducendo il revisore unico e abbassando il numero degli organismi dirigenti. Oggi puntiamo sul turismo settoriale come la sentieristica che abbiamo proposto nel Cammino di San Benedetto che fa parte del Parco”.

Sull’autonomia del Parco ha insistito il consigliere regionale del Pd Enrico Forte: “Per troppo tempo il Parco è stato visto come limite allo sviluppo, laddove deve essere considerato il ‘regolatore’ dello sviluppo del territorio protetto”.

Antonio Rea, presidente nazionale Cia, ha fatto appello alle istituzioni, al Parco e alla Regione, affinché si tenga conto delle esigenze degli allevatori e degli agricoltori, per un giusto compromesso tra il mondo agricolo e la fauna nei Parchi, anche in vista del Psr. Sull’argomento è tornato il professor De Rosa dell’Università di Cassino, che ha mostrato le dinamiche delle imprese agricole che operano nel parco.

Al convegno, introdotto dalla professoressa Anna Carroccia e moderato dal direttore Giuseppe Marzano, il quale ha fornito interessanti dati e informazioni sul Parco e ribadito che il parco non deve puntare al turismo di massa ma a quello di nicchia per non compromettere la natura, ha portato il suo importante contributo il professore Amedeo Postiglione, diritto Icef e docente di Diritto internazionale, che ha in particolare sottolineato la necessità di mettere al centro dell’azione umana e dei parchi in particolare la vita e la sostenibilità più che lo sviluppo economico fine a se stesso.

Il professore Franco Tamassia dell’Università di Cassino ha insistito sulla tutela dell’ambiente come motore di sviluppo e promozione. Ha acceso i riflettori sugli interessi pubblici compresenti il professore Raffaele Montefusco della stessa Accademia cassinate.

Dall’Università di Pavia, il professor Cordini ha illustrato la sostenibilità in rapporto allo Stato sociale, la tutela dell’ambiente con il commercio internazionale.

Roberto Fiorillo, vice presidente della cooperativa ‘Le terre di don Diana – Libera terra’, ha portato esempi di legalità e recupero quali volano dell’economia.

Al convegno ha partecipato anche il consigliere regionale Gaia Pernarella del Movimento Cinque Stelle.