Gaeta, ultima fatica letteraria di Palma Lavecchia

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GAETA – E’ terminata da pochi minuti nella chiesa di Santa Maria alla Sorresca la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Palma Lavecchia. Il capitano dei carabinieri, attualmente in forza ad Alatri e precedentemente a Gaeta, è stato accolto in un ambiente molto familiare. A metterla a suo agio ci hanno pensato il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano e Luciano Garofalo, generale dei ris dei carabinieri in congedo e consulente di diversi programmi televisivi. “Mi chiamo Beba” – sottotitolo “se un uomo ti picchia non è mai per amore” –  è un inno diretto a creare dibattito sulla violenza contro le donne. Piaga sociale che assume forme che vanno dall’estremo del femminicidio allo stalking e alle tante declinazioni di violenze quotidiane e famigliari, fisiche e psicologiche. “Beba, diminutivo di Benedetta  la protagonista di questo libro – si legge nella recenzione – è una delle tante, troppe vittime della violenza maschile contro le donne. La sua è una storia di persecuzione, resistenza e rinascita che rappresenta il paradigma dei pericoli a cui vanno incontro le donne in un Paese maschilista e ignorante qual è l’Italia. La storia di Beba e della sua lotta per amore del figlio Mattia e della vita insegna a resistere e a non darsi mai per vinte. Ma soprattutto spiega, una volta per tutte, che se un uomo picchia una donna non lo fa per amore, ma solo per un senso distorto e malato di possesso. Quell’uomo non va protetto e le vittime non possono pensare di cambiarlo immolando la loro vita, ma va denunciato e fatto curare. È l’unico modo per farla finita col femminicidio e per avere una società migliore”. Pubblicato da “Infinito Edizioni” il libro riporta la prefazione di Alessandro Meluzzi,